Dopo ventisette anni d’immobilismo e di attesa, ripartono le attività del Programma di Risanamento Ambientale e Rigenerazione Urbana (PRARU), dell’ex sito industriale, il Sito di Interesse Nazionale (SIN), di Coroglio e Bagnoli.
Ci sono stati negli ultimi mesi fatti oggettivi, discontinuità con il passato che, a nostro giudizio, possono aprire una nuova fase a Bagnoli.
È stato approvato lo stralcio urbanistico che ha dato vita al PRARU e sono stati dissequestrati le aree, gli escavatori e i capannoni nella ex Eternit, sono state bandite le gare per le infrastrutture primarie e trasportistiche.
Nessuna enfasi, intendiamoci, primi passi.
L’Associazione “MaiPiùAmianto” ha inaugurato la fase di confronto con il Soggetto Attuatore e la Struttura Commissariale di Governo, assumendo un approccio positivista e con «l’ottimismo delle volontà». Non intende assolutamente arretrare rispetto a quest’impostazione, anche perché sarebbe oltre modo nichilista rispondere al più che ventennale ritardo con la storia e alle aspettative dell’intera Area Metropolitana di Napoli e di un territorio che ha conosciuto inquinamento e davastazione, lutti e rinunce, con la rassegnazione rinunciataria di chi sa di non essere ascoltato, ancorché mitigata dalla lamentazione che ha caratterizzato la “società civile” in tutti questi anni.
Sbaglia chi dà per scontato che a Bagnoli-Coroglio possa prevalere una sorta di «destino cinico e baro», quasi a decretare che in questa città nulla può essere fatto secondo le regole e, soprattutto, disponibile per le generazioni correnti.
È del tutto evidente che ventisette anni di ritardo hanno privato intere generazioni della possibilità di fruire dei benefici di una riconversione di una delle zone più suggestive d’Italia, soprattutto ai tanti lavoratori che hanno contratto il terribile cancro dell’amianto (mesotelioma), con la sola colpa di aver lavorato nelle aziende del “triangolo industriale”.
Ed è per questo che “MaiPiùAmianto” continua a pensare che la realizzazione del “Programma di Risanamento Ambientale e di Rigenerazione Urbana” sia un obiettivo, più di prima da raggiungere, per dare un’identità a un’area che vive la contraddizione di non essere “un non più e un non ancora”, non più industriale e non ancora turismo e terziario avanzato, per dare sviluppo e benessere. E, soprattutto, che il Programma valga come risarcimento sociale e morale, per restituire dignità e rispetto alle tante famiglie delle vittime d’amianto (540 solo quelle accertate), ai non tanti superstiti di quel dramma, calpestati dalla scandalosa e vergognosa sentenza della Cassazione del 2014 che decretò la prescrizione del reato di devastazione ambientale e omicidio colposo.
Come affermato in altre occasioni, questa “fiducia non acritica” che l’Associazione intende mantenere, non va intesa come una delega in bianco per chi ha le responsabilità del Programma, Soggetto Attuatore e Commissario di Governo, ma non di meno Governo, Regione e Comune.
L’opera di recupero di Coroglio-Bagnoli è un appuntamento con la storia che non va assolutamente “filonato”.
Se dovesse succedere, a nulla servirebbero le ragioni di chi ritiene di essere arrivato da poco tempo, scaricando sul fallimento delle classi politiche e dirigenti che si sono succedute e che hanno pesanti responsabilità, e non sempre pagando il giusto fio, tranne qualche eccezione.
E non è assolutamente retorica, considerata l’immensa opportunità di rinascita sociale ed economica, che da 27 anni viene sprecata, e nel contempo veniva proclamata come priorità dalle varie classi politiche e dirigenti che si sono succedute, questa sì odiosa retorica.
“MaiPiùAmianto” ha scommesso, anche nella comunicazione con il territorio, sulla domanda se si fosse di fronte ad una vera svolta, in netta discontinuità con il passato fallimentare.
Ed è una domanda che rischia di non avere risposte, se si allenta la concentrazione sul cronoprogramma e soprattutto se s’introducono elementi di fibrillazione su opzioni progettuali e urbanistiche, tra l’altro già sancite dal PRARU, che rischiano di produrre polemiche fuori contesto e rallentamenti delle operazioni.
I ritardi sulla pubblicazione della conclusione del Concorso Internazionale d’Idee, il differimento delle operazioni di scavo all’interno del sito di bonifica dell’area ex Eternit tali da mettere in discussione il suo completamento per l’autunno ovvero la fine dell’anno in corso, le perplessità ancora irrisolte sul ripristino della balneabilità e le tecnologie di bonifica, le informazioni centellinate sul confronto in atto con i proprietari del Cementir, tassello strategico per il ripristino del litorale e del waterfront e le cui velleità speculative sono sostenute da interessate campagne mediatiche nostrane, le stesse vaghezze sul recupero strutturale e gestionale del Parco dello Sport, sono segnali preoccupanti di una possibile fase di stallo sostanziale.
Lo stesso dialogo con le associazioni e comitati sta subendo una “restrizione del perimetro”, rischiando di trasformare il confronto in un atto puramente formale, riducendo il tasso di trasparenza e di reale e cogente partecipazione.
Ci auguriamo molto che possano essere, nei fatti, smentite le preoccupazioni di cui sopra e dare impulso alle attività, per non pagare pegno per l’ottimismo e il positivismo profuso.
È convinzione dell’Associazione che l’azione di bonifica vada di pari passo con il PRARU e che lo stesso non possa essere ritenuto come la “La Tavola delle Leggi” ma piuttosto un “mosaico” da realizzare.
In questo senso vanno rese più chiare ed esplicite le interrelazioni tra la bonifica e il riuso di parti del comprensorio e dare nell’immediato l’avvio ad alcune operazioni già praticabili e da consegnare alla città, e inviare, in tal modo, segnali positivi sugli impatti imprenditoriali e occupazionali.
Quest’approccio può valere, fermo restando la validità nei massimi sistemi del PRARU, quindi nessun ritorno alle origini (anche se la soluzione del Porticciolo Turistico a valle di Nisida vale meno di un rimessaggio!), per il litorale e spiaggia compresa, almeno per la parte non implicata nei processi industriali, per una porzione del Parco Urbano su cui già adesso poter mettere a dimora sostanze ed esemplari arborei.
Sono alcuni esempi che riteniamo debbano caratterizzare le prossime iniziative d’intervento urbanistico e nel frattempo approfondire il tema della trasportistica che non sembra garantire la saldatura tra la viabilità e mobilità interna al SIN con quelle del contesto urbano.
Il quadro finanziario non tranquillizza sull’effettiva copertura della realizzazione del progetto nella sua completezza.
L’Associazione ritiene che sia insufficiente la mera richiesta di approvvigionamenti, se non accompagnata da un’agenda che preveda, coerentemente, la piena copertura finanziaria dei singoli interventi per lotti e stralci funzionali.
Infine, l’Associazione riconferma la necessità e l’utilità della costituzione di un Osservatorio Pubblico e Istituzionale, a composizione Sociale e Associativa, a garanzia di una fattiva partecipazione attiva, democratica ed efficace e si adopererà in tal senso.